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di qui passò Francesco

i racconti de:
"Il cammino dei pupattoli"

Laura ... la mamma vivandiera

(indirizzata ad Angela ...)
E' da almeno quindici/vent'anni che vorrei fare un pellegrinaggio, in particolare il cammino di Santiago, ma per un motivo o per l'altro non sono mai riuscita a farlo. Poi, qualche giorno fa mi si è presentata l'occasione di fare un mini cammino di San Francesco con 9 pupattoli, però nella veste di accompagnatrice e vivandiera.
Certo non è quello che ho sempre desiderato, anzi ... guidare per chilometri per il rifornimento d'acqua e preparare decine di panini e le cene per tutti non era il massimo dell'ispirazione, ma proprio il contrario.
Ho sentito subito la grande responsabilità ( se non li avessi trovati nei punti stabiliti?, se mi si fosse rotta la macchina?, se non fossi stata in grado di gestire il tutto?) e anche un pò (anzi tanta) invidia per chi il cammino vero lo faceva, perchè a me camminare piace e anche tanto, figuriamoci poi con così tanti ragazzini.
Va beh, ho pensato, facciamolo lo stesso, avrà pure un significato e poi i miei figli lo desiderano tanto... Si parte! Cosa vuol dire fare un pellegrinaggio? probabilmente ha un significato particolare per ognuno, per me è stato un viaggio intorno al Signore, intorno all'uomo ed intorno a tutte le mie paure.
Sono stati "solo" quattro giorni ma sono bastati a cambiarmi dentro. Primo incontro, tu lo sai, è stato con te, il mio Angelo di nome Angela ( mai nome è stato più azzeccato): sei stato il mio angelo custode in carne ed ossa:..poche ore insieme..una vita..un incontro davvero speciale mi sembrava di conoscerti da sempre e l'alchimia che si è creata, almeno come l'ho vissuta io, è stata davvero grande! Ed è stato solo l'incipit perchè quello che ho scoperto in questi pochi giorni è che in un pellegrinaggio il rapporto che si crea con le persone è " diverso", si ha tempo di parlare, di ascoltare, di sentire l'altro, allegerirti da tutto ciò che normalmente ti accompagna eche spesso forma una barriera fra te e "l'altro". Ho fatto un incontro "speciale" ogni giorno, ho incontrato persone che probabilmente non incontrerò più ma che gratuitamente e con amore mi hanno donato qualcosa di sè:a Biscina c'era un'anziana signora dagli occhi azzurrissimi nella casa che io chiamo dei sette nani per le statuette che regnano nel giardino, che mi ha donato la sua vita raccontandomela, mi ha donato un cappellino per proteggermi dal sole che veramente in questi giorni era cocente, mi ha donato l'aspettativa perchè mi ha visto andare incontro ai pupattoli che procedevano in senso contrario e ha aspettato, quasi con ansia, il mio ritorno sul sentiero con i bambini che andavo a cercare all'andata. Ho conosciuto il Sig. Ernesto alla Barcaccia alle porte di Valfabbrica, un signore, tu lo sai visto che lo conosci da 10 anni, che non si è mai praticamente mosso da lì e che, nonostante ciò, ha visto il mondo tramite gli occhi dei centinaia, forse migliaia di pellegrini, che gli sono "capitati in casa" anche solo per un sorso d'acqua, un signore disposto a raccontare, a raccontarsi e ad ascoltare. A me ha dato anche di più: sua figlia cercava dei fiori per un'usanza del paese per la notte di S. Giovanni, e lui, per farmi partecipe mi ha regalato non so quante roselline, mentuccia, erba della Madonna etc..
Quale dono poteva esere più gradito? Ecco credo che innanzitutto il Pellegrinaggio metta in comunione le persone, ma il bello è che non "funziona" solo con gli sconosciuti,ma anche con qualsiasi persona ti stia intorno, è come se la vedessi veramente per quella che è e ti stupisci. Allora i miei pupattoli non sono più solo i miei figli, ma anche i bambini, anzi pupi, anzi, se no si arrabbiano, i ragazzi con cui ho condiviso questa esperienza: allora ti preoccupi che tutti stiano bene,ti dispiace se uno non può proseguire e deve tornare a casa anticipatamente (Daniele, la prossima volta recuperiamo tutto , promesso!) metti la crema per il sole a tutti, ti dispiace se uno ha il mal di testa e sei contenta nel vederli contenti tutti quanti, vivi il cammino tramite i loro occhi felici e soddisfatti per l'impresa compiuta. E poi che dire di Margherita, la catechista, è stata più madre di quanto sarei riuscita ad essere io: non li ha mollati un attimo, nonostanze la stanchezza ed il caldo..sempre premurosa, attenta, amorevole..quasi mi sono sentita in imbarazzo per le sue premure ed attenzioni!
Avevo paura poi che i pupattoli non ce la facessero ... mi è preso quasi il panico nel tratto che arriva a Biscina ... così impervio, a tratti assolato ... andando loro incontro si alternava la preghiera alla mia corsa! Ed invece hanno avuto le ali hai piedi! sono volati in mezzo ai rovi, con tutto quel caldo ce l'hanno fatta egregiamente, anche il più piccolo del gruppo, che poi è il mio secondogenito, su cui non avrei scommesso ... neanche una lacrima o momento di autocommiserazione ... quanti limiti noi genitori (o almeno io) mettiamo che sono dettati dalle nostre ataviche paure! Per me essere lì, ad un tiro di schioppo, come si dice, e non riuscire a raggiungerli istantantaneamente, è stata una vera tortura: ero lì che correvo chiedendomi se era il sentiero giusto, il cell. non prendeva, la via era molto ripida, sarebbero riusciti ad affrontarla? Insomma pregavo e correvo, correvo e pregavo che tutto andasse bene ... i genitori che non hanno partecipato non possono capire il senso d'impotenza nel non riuscire ad incontrarli subito e la felicità nel vederli galoppare con leggerezza (forse è meglio che anche questo lo togliamo! è solo per te!). Per Francesco è stato uno dei giorni più belli xchè ha vissuto l'avventura! Poi è arrivato mio marito, il venerdì sera ed avevo paura che essendo un tipo preciso e pianificatore avrebbe "sofferto" un pò per gli inconvenienti che ovviamente in un pellegrinaggio del genere possono capitare e invece no, anche lui mi ha meravigliato: è stato calmo a con una pazienza, per lui, davvero grande! Se dovessi usare un aggettivo per questo "pellegrinaggio" userei senz'altro: meraviglioso, nel senso che è la meraviglia, è lo stupore, il sentimento che più mi ha accompagnato: la meraviglia per le persone, la meraviglia per la natura ( veramente spettacolari le stellate, le ginestre, i paesaggi), la meraviglia per la bellezza di Gubbio e la Basilica di San Francesco e .., perchè no, la meraviglia di avercela fatta anch'io!
Sì, credo che se anche il mio non è stato un pellegrinaggio canonico, la credenziale me la sono in fondo meritata (quando me l'hai data non me l'aspettavo proprio e mi sono commossa!)
E poi ... mi rendo conto che il nostro è stato un pellegrinaggio protetto: Don Valerio aveva già pianificato dove dormire, tu ci avevi spiegato al centimetro tutto il percorso, etc.. ma fortunatamente è rimasta l'indeterminatezza, la possibilità di confidare, di provare a confidare anche nella Provvidenza e nella preghiera, e anche se questa è stata una sensazione più sottile, non è stata meno importante della meraviglia, anzi! Ora si tratta di mantenere tutto ciò nel quotidiano, di mantenere lo spirito del pellegrinaggio nella vita di tutti i giorni, negl'incontri di tutti i giorni ... allora veramente avrà avuto un senso pieno e compiuto e non sarà stato una breve parentesi.
Intanto i miei figli, da quando sono tornati dormono per terra nel sacco a pelo xchè (parole di Giovanni) vogliono continuare l'avventura!
Spero di poter ripetere un giorno quest'esperienza, con altri ragazzi, in altri luoghi però mi rendo conto che sarebbe da egoista ... altri genitori devono provare questo viaggio, il pellegrinaggio, perchè è una cosa unica.
Diciamo allora che se rimane un posticino ... mi ci fiondo!

Laura dei pupattoli

 
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