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di qui passò Francesco

i racconti de:
"Il cammino dei pupattoli"

Giovanni Maria di 11 anni

(indirizzata ad Angela Seracchioli)
Allora, innanzitutto, devo dirti che ho avuto molta difficoltà a scrivere questo messaggio, come hai potuto constatare.
Qui mi viene spontaneo chiederti: anche tu hai provato difficoltà a descrivere quello che avevi dentro? Io sì: ho l'abitutudine di tenere dentro di me le emozioni, carattere....

Parlando poi della tua invenzione lunga 900 Km, mi è piaciuta moltissimo.
E' per ringraziarti che tento di scriverti la mia esperienza.
Allora della prima tappa posso dire che è stata un bel riscaldamendo, ma insuperabile è la bellezza di Gubbio e la comicità della fontana dei matti; sai che proprio ieri c'è stata una puntata de "Il braccio e la mente" e il personaggio misterioso era Terence Hill?
Poi il teatro della parrocchia senza letti, dormendo con i sacchi, e su questo particolare direi come direbbe Don Valerio: "guardate che è fico dormire nel sacco a pelo". Infatti lo era!

Ora te ne racconto una bella: Don Valerio ci aveva detto che anche se eravamo andati a letto a mezzanotte e mezza, ci saremmo dovuti svegliarci alle 5:00- 5:30,allora che cosa è successo: è successo che proprio lui, quando tutti erano mezzi svegli, tranne uno, ha detto:
- Bambini cretini, lo vedete Vittorio (l'unico bambino dormiente), ecco lui è MOLTO INTELLIGENTE, capite?
Svegliato a suon di calcioni, Don Valerio ha fatto la preghiera della colazione alle 7:20 (l'orario prevedeva colazione finita al massimo alle 6:00) e partenza sul cammino alle 9:30 (l'orario prevedeva partenza 7:00 massimo) e quindi siamo partiti per la tappa assolutamente più faticosa e assolutamente, decisamente più lunga.
Ti dico che ho un sacco di voglia di descrivere momenti per momenti ma non ce la farei a mandartelo, mi limito a raccontarti lo spavento di quando, raggiunti da mamma prima del pezzo con i rovi, ci ha detto che non c'erano più fontane e noi c'eravamo fracicati con l'acqua delle borracce (persino Don Valerio aveva partecipato al gioco) e dell'attraversamento dei campi dietro l'agriturismo, dove poi abbiamo fatto un bel bagno e dei wurstel carbonizzati alla brace. III tappa: fortissima è stata la gara degli sputi, ma ancora più bello è stato il lancio del mio aereo di carta da un ponte, lo stesso degli sputi. Mangiamo tuti insieme e ci rimettiamo in marcia. Arriviamo alla Barcaccia di Valfabbrica dove sostiamo e ci rinfreschiamo un po'ma rimaniamo di stucco quando scopriamo che a Valfabbrica mancavano altri 3Km. Altro bagno e si mangia, si va a letto per prepararsi all' ultima tappa, la più bella per l'ombreggiata pineta alle porte di Assisi e per l'adempirsi del nostro piccolo pellegrinaggio. Arriviamo per pregare nella basilica inferiore e per sentire la messa e, altro aneddoto, abbiamo avuto un coccolone collettivo di sonno a metà dell'omelia. Passeggiamo per le splendide vie d'Assisi, dunque arriviamo al parcheggio.

Il nostro pellegrinaggio finisce.
Come ho detto sopra, forse questo racconto non ha ispirato in te emozioni né risponde alle tue esigenze, ma io ci ho provato. A una cosa posso rispondere: per me un pellegrinaggio è qualcosa che ti libera dai peccati, qualcosa che ti avvicina a Dio tramite la fatica di camminare, che, come ha detto Don Valerio, ti fa pensare meno al corpo, al fisico e più allo spirito.
Ultima domanda: qual' è stato il tuo primo pellegrinaggio e come mai ti è venuta la voglia di farlo?
In attesa di risposte, io ti saluto, carissima Angela.

P.S.: dopo mi scrivi che cosa avete detto su di me, "vecchie amiche di poche ore"?

 
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